Vitigno Dolciame

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Vitigno Dolciame

Vitigno Dolciame

Vitigno Dolciame

V. vinifera L.

RISCHIO DI EROSIONE: Medio – Alto

DESCRIZIONE
Il “Dolciame” è un vitigno presente in Umbria da lungo tempo, anche se le sue origini sono sconosciute. Nel circondario di Città di Castello era tradizione classificare come Dolciame tutte le varietà a bacca bianca con sapore gradevole e dolce, che maturavano prima del Trebbiano toscano. I primi cenni di questo vitigno risalgono al Bullettino Ampelografico del 1879 ove si menziona il vitigno Dolciame. Nell’Annuario Generale per la Viticoltura e la Enologia del 1896, il Baldeschi a proposito dei vitigni coltivati in Umbria cita il Dolciame nel circondario di Gubbio ed il Malfiore (come sinonimo) in quello di Città di Castello. Si tratta di un vitigno a bacca bianca, con grappolo medio grande, mediamente compatto; acino di forma sferoidale.

CENNI STORICI
Il “Dolciame” è un vitigno presente in Umbria da lungo tempo, anche se le sue origini sono sconosciute. Nel circondario di Città di Castello era tradizione classificare come Dolciame tutte le varietà a bacca bianca con sapore gradevole e dolce, che maturavano prima del Trebbiano toscano (Cartechini e Moretti 1989). I primi cenni di questo vitigno risalgono al Bullettino Ampelografico del 1879 ove si menziona il vitigno Dolciame. Nell’Annuario Generale per la Viticoltura e la Enologia del 1896, il Baldeschi a proposito dei vitigni coltivati in Umbria cita il Dolciame nel circondario di Gubbio ed il Malfiore (come sinonimo) in quello di Città di Castello. Sempre nel 1896 il Prof. Succi in una nota sulla Viticoltura ed Enologia della provincia di Perugia cita il Dolciame a Gubbio, detto anche Uva Dolce a Città di Castello. Il Marzotto (1925) riporta che, secondo il Baldeschi, il Dolciame o Dulciame è molto simile al Pecorino, mentre il Dulciame che si coltiva a Passignano (PG), rassomiglia molto al Verdello. Il Dalmasso (1962) avvicina erroneamente il Biancame o Dolciame all’Albana di Romagna e considera il Dolciame di Gubbio come sinonimo del Dolcetto, ma trattasi di vitigni diversi da quello in esame. Il Dolciame ha come sinonimo accertato “Malfiore”, come tale è stato infatti citato in una tesi di Laurea dal titolo “La coltivazione della vite nell’alta valle del Tevere” discussa nell’anno accademico 1946-1947 dall’allora studente Nicasio Nicasi Zanetti. Come ulteriore elemento storico si ricorda che il Dolciame era compreso tra i vitigni autorizzati, per la sola Provincia di Perugia, all’istituzione del Registro Nazionale delle Varietà di Vite (D.M. 2.2.71., G.U. n. 71 del 22.03.71). In tale registro il Dolciame è infatti presente con il codice n. 74. Nel 1989, Cartechini e Moretti descrissero minuziosamente l’ampelografia, la fenologia, le caratteristiche ed attitudini colturali del vitigno Dolciame in Umbria. L’importanza dello studio sul Dolciame è da attribuirsi al fatto che in Umbria era presente come vitigno distinto, denominato talvolta Malfiore (come riporta Zanetti nel 1946 e successivamente Calò et al. nel 2006), e non sinonimo di altri vitigni, uno dei pochi che ha una storia esclusivamente Umbra. Tanto che nel corso dell’ultimo secolo il Dolciame è stato utilizzato per la produzione del vino santo affumicato dell’alta valle del Tevere, divenuto presidio Slow Food nel 2014 (Palliotti e Ceccarelli 2018). In realtà ad oggi, il Dolciame è presente soprattutto in piccoli filari nonché come piante singole sparse nelle campagne dell’alto Tevere, spesso maritate ad aceri e gestiti per lo più da persone anziane che mantengono la tradizione di questo prodotto enologico storico. La selezione di tale vitigno è stata approfondita nell’areale dell’alta valle del Tevere, dove il Dolciame è stato ritrovato e poi mantenuto in collezione nel Vigneto Catalogo sito a Monticchio (Deruta, PG) gestito dall’Unità di Ricerca “Colture Arboree” del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia.

ZONA TIPICA DI PRODUZIONE
Il Dolciame è un vitigno diffuso storicamente nell’Alta Valle del Tevere, nei comuni di Città di Castello, Umbertide, Montone, Citerna, San Giustino Umbro e Monte Santa Maria Tiberina; Gubbio. Di recente è stato introdotto a Pietrafitta, nel Comune di Piegaro (PG).

UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA
Il profilo sensoriale, evidenziato da un panel test organizzato con l’esecuzione di una analisi sensoriale di tipo descrittiva-quantitativa, ha consentito di mettere in evidenza il ruolo che i parametri compositivi, sopra riportati, giocano sugli aspetti visivi, olfattivi e tattili-gustativi dei vini (Figura 1). Nei vini prodotti con le uve di Dolciame spiccano le note cromatiche di giallo paglierino con riflessi verdognoli. A livello gustativo viene percepito molto bene la freschezza del vino, con una moderata persistenza, che però risulta bilanciata da un ottima beva. Il profilo olfattivo denota sensazioni fresche, riconducibili a fragranze delicate di agrumi, quali arancio e pompelmo. Al gusto il vino di Dolciame ricorda quello del Trebbiano toscano, con la differenza di un calore globale inferiore dovuta ad un minore ricchezza in alcool.


Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”
biodiversita.umbria.parco3a.org/attivita/registro-regionale/elenco-delle-risorse-iscritte